Il prezzo della benzina
E inesorabilmente il prezzo della benzina sale, indipendentemente dalla crisi, e dal prezzo del petrolio, che dal massimo storico del luglio 2008 di circa 150 dollari al barile, si attesta ormai da anni attorno ai 90 dollari al barile, salvo brevi impennate seguite da subitanee ricadute.
Ma il prezzo della benzina non è mai stato collegato a quello della materia prima da cui viene ricavata; e questo avviene per due motivi fondamentali. Il primo, molto significativo, sono le tasse e le accise: per ogni litro di benzina che acquistiamo, il 21% del prezzo è costituito dall’IVA, tassa che paghiamo qualsiasi cosa acquistiamo. Oltre a questo, una alta percentuale del prezzo totale è costituita dalle Accise, ovvero particolari tributi che vengono stabiliti annualmente e vengono pagati solo ed esclusivamente sulla benzina; gli euro prelevati tramite le accise vengono utilizzati in genere per opere straordinarie, come ad esempio la ricostruzione di una zona distrutta da un sisma, o per la costituzione di particolari fondi statali.
L’Accisa ha una sua particolarità, non viene calcolata in percentuale, ma è fissa per ogni quantità di prodotto stabilita. Ad esempio, nel 2013, ogni persona che ha acquistato benzina senza piombo in Italia ha pagato 0,73 euro circa di accisa per ogni singolo litro. Il prezzo finale viene quindi stabilito sommando il prezzo industriale, più l’accisa per litro, e su questa cifra si calcola l’IVA. Il prezzo industriale è legato alle leggi di mercato: più c’è richiesta di benzina e meno il bene costa, meno c’è richiesta e più il bene costa. Quindi il prezzo finale è un concetto assai aleatorio, per nulla collegato al prezzo della materia prima petrolio.