Sono i dealer Mercedes i più apprezzati negli Usa
Gli automobilisti degli Stati Uniti apprezzano in modo particolare le tecniche di vendita usate dai dealer Mercedes. E’ stato proprio quello teutonico, il brand più gettonato nell’edizione 2014 della ricerca ‘Sales Satisfaction Index’ (SSI) di JD Power, uno studio teso a misurare il grado di soddisfazione e di insoddisfazione degli utenti durante tutto il processo che porta infine alla scelta e all’acquisto di un’autovettura nuova.
Mercedes guida il lotto del Luxury Brand con 761 punti, guadagnandone quindi 33 rispetto a quella dello scorso anno e precedendo Infiniti, il marchio del Gruppo Nissan, che a sua volta strappa la seconda piazza con 749 punti, appena uno in più rispetto a Jaguar. Finiscono ai piedi del podio Lexus (741), Porsche (738), Cadillac (732), Bmw (727) e Audi (726). Nel settore relativo alla produzione di massa, lo studio SSI di JD Power del 2014 premia per il quinto anno consecutivo la Mini (727 punti) che ha vinto su Buick (726), Chevrolet (698) e GMC (696). Buono per per l’Italia il quinto posto del marchio Fiat (684) che ha comunque battuto giganti del calibro di Toyota (683), Honda (682), Volkswagen (682), Hyundai (681) e Ford (680) facendo leva sulla sola 500. Va ricordato come JD Power realizzi lo studio SSI attraverso 29.805 interviste che sono condotte su clienti che hanno acquistato o avviato un leasing per un’auto nuova nel corso dei mesi di aprile e maggio 2014.
La valutazione sulla quale sarà poi stilata la classifica vede in gioco numerosi fattori. Per quanto concerne il settore ‘soddisfazione’, pesa in particolare l’attività fuori dalla trattativa (categoria in cui rientrano ad esempio gli eventi e le operazioni di marketing), che vale per il 17%. Seguono le capacità e le caratteristiche del venditore (13%), il processo che caratterizza la consegna dell’auto (11%) e le caratteristiche dei locali ove effettua le sue vendite la concessionaria (10%). Per quanto riguarda invece il settore ‘insoddisfazione’ è l’incapacità del venditore a pesare in maniera particolare, con il 21%, seguito dalla non congruità del prezzo di vendita (8%), e via via da altre voci in maniera decrescente.