In pericolo la produzione di auto inglesi?

L’ondata di antieuropeismo che sta coinvolgendo il vecchio continente potrebbe avere delle ricadute anche molto pesanti sull’export delle auto di alcuni paesi europei che, fino ad ora, hanno tratto numerosi vantaggi dalla legislazione sul libero scambio. E’ quello che potrebbe accadere in Gran Bretagna dove i risultati di un referendum sulla permanenza nell’Unione Europea, potrebbe avere ricadute disastrose sui costruttori di auto al di là della Manica. Ora che le consultazioni, promosse dal Governo di David Cameron e confermate dalla stessa Regina, saranno quasi certamente realizzate per il 2017, il colpo per un mercato che punta molto sulle esportazioni, potrebbe essere davvero mortale.

mercato auto

Sono i dazi doganali a rappresentare lo spettro maggiore per un settore che nel corso degli ultimi mesi ha registrato un notevole aumento delle vendite. Corposi sono stati gli investimenti di alcuni costruttori di auto come la Tata che dall’India ha deciso di rilevare la Land Rover e la stessa Jaguar. Già un allarme era stato lanciato nei mesi scorsi contro un possibile “Brexit” da parte dei colossi dell’automobile che vedono la loro produzione, mai come ora, in serio pericolo dal referendum. Honda, Ford, Nissan, Volkswagen, Opel, Toyota e Volvo, sono i costruttori che potrebbero rischiare di più da questa decisione.

Basti pensare che una quota pari all’80% delle auto prodotte nel Regno Unito sono realizzate per le esportazioni. Erano oltre un milione  ed ottocentomila le autovetture che venivano prodotte nel corso del 2000 Oltremanica, una quota che è diminuita con l’incedere della crisi economica che ha portato la produzione ad un milione e seicentomila nel 2008 e poco più di un milione ne 2009, insomma un calo continuo che ha visto termine solo nell’anno scorso quando gli investimenti e le innovazioni proposte hanno portate il totale di auto prodotte su quota un milione e seicentomila. Ma gli sforzi del 2014 potrebbero risultare del tutto inutili se i cittadini inglesi decideranno per l’uscita dal mercato unico della Gran Bretagna.